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al testo di Adielle
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I pruriti esistenziali me li gratterò domani per ora coltivo una brace di pochi tizzoni che mi basta a stendere lenzuola. Come si agitano certe vele al vento sembrano sentire il fuoco nelle vene e partono e non tornano più come i tuoi bollori di una volta che ti fecero sembrare in anticipo sui tempi e ti legasti al dito o al collo, non ricordo bene. Un viaggio di sola andata per un paradiso di una sola persona. Un cammino di Santiago da infedeli per strappare un aiuto in extremis. Una preghiera troppo a lungo trattenuta per servirsi del sistema. Tra i lettori di poesie ti farei pascolare così, per penitenza o dove tutto tace quintessenze e non rimane che credere al regno dei cieli. Vorrei vederti alle prese col matto del paese tentare di dissuaderlo dal credersi cortese nel portarti in dono questi versi. Vorrei vivere per sempre tra i tuoi seni che si alzano al respiro coi pensieri che normalmente volgi al cielo a caccia di stelle che non cadano che restino là dove sono, a mantenere le distanze a mettere un freno ai desideri. Tra le cosce mi appiattirei, per non pensare a niente e la mia mente renderebbe conto solo a te.
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